Il pezzo di ferro
18.12.2013 15:47
"Aiutami a capire quello che sta succedendo!" mi implorò.

Spostai lo sguardo incapace di guardarlo negli occhi. La pioggia continuava a scendere incessante, tutto intorno sembrava sfocato tranne lui.
Lui appariva così vivido ai miei occhi da troppo tempo, forse da sempre. Era arrivato il momento. Sapevo che prima o poi doveva succedere e che non sarei stata pronta a dirglielo, ma dovevo farlo.
Alzai lo sguardo impedendomi di scappare. Lui era lì per me, c'era sempre; continuava a fissarmi preoccupato, in preda alla disperazione. I capelli bagnati dalla pioggia lo rendevano ancora più bello, mi ritornarono in mente i periodi trascorsi al mare, quando tutto era normale e io non mi ero ancora resa conto di amarlo così tanto.
"Ti prego..." disse ad un tratto. La sua voce era spezzata e io solo allora notai che sul suo viso, tra le gocce di pioggia, erano spuntate delle lacrime. Lo guardai stupita, non riuscivo a capire perché stesse piangendo per me. "Ti prego..." ripeté "Perché ti stai allontanando da me?".
Non riuscii a resistere, abbassai lo sguardo. Gli stavo facendo del male, era evidente, ma lui non sapeva che non si trattava di un capriccio ma di una decisione sofferta.
"Mirko...io…" digrignai i denti, strinsi i pugni, trattenni il fiato, feci di tutto per impedirmi di piangere ma non riuscivo a fermare le lacrime.
Fece un timido passo verso di me.
"Io.."
Un altro passo.
"Non.."
Un passo ancora, era vicinissimo, e io ero paralizzata.
"Aspetta!"
Si fermò.
"Non.. non venirmi così vicino.."
"Perché?" lessi lo stupore nelle sue parole ma non avevo il coraggio di guardarlo in faccia. Cosa potevo rispondergli adesso? Che avrei voluto baciarlo? Che la sua sola presenza mi suscitava gioia? No. Queste frasi le potevo lasciar dire solo a Roberta.
"Credo di avere un po' di febbre.." mentii. Era la scusa più stupida che gli potessi dire ma sembrò efficace in quel momento.
Lui scoppiò a ridere, alzai lo sguardo e sorrisi anch'io. Era così tenero quando rideva di gusto: i suoi occhi si serravano ricurvi e le sue labbra si aprivano mostrando dei denti perfetti; il viso nel suo complesso lo rendeva angelico.
"E' la cosa migliore che ti è venuta in mente? Mi deludi!" sogghignò.
"No, è la prima!" risposi ancora sorridente.
Lui tornò serio. Mi fissava. Non spostava i suoi occhi da me e io ero ipnotizzata dai suoi.
"Mi spieghi una cosa?" abbassò un attimo la testa permettendo a tre goccioline di scorrergli lungo la guancia. "Perché odi tanto Roberta?"
Sgranai gli occhi. "Non è vero!" gridai tutto ad un fiato.
Spalancò gli occhi. "Ok, calmati! Allora spiegami perché ho questa impressione!"
Sospirai. "Io non la odio…è simpatica! Però.."
"Però?"
Sbuffai. "Sono..gelosa!" ammisi una buona volta.
Mi scrutò senza battere ciglio.
"Che vuoi?"
"Sei seria?"
Sentii le guance arrossire violentemente. "Si…"
Sorrise, poi mi abbracciò. Mi strinse forte a sé e, nonostante io non reagissi, mi accarezzò la nuca quando affondai la faccia tra il suo collo e la sua scapola. Il mio cervello era in tilt, il mio cuore batteva all'impazzata mentre il mio corpo non rispondeva ai comandi.
"Tu avrai sempre un posto speciale nel mio cuore, lo sai…Se la mia migliore amica e lo sarai per sempre..."
Quelle parole furono un colpo dritto al cuore. Lo abbracciai anch'io. Sapevo che aveva capito quanto lo amassi e questo era il suo modo per dirmi che amava solo lei. La pioggia scese più fitta come se volesse dimostrarmi che mi era vicina e che stava cercando di non fargli notare le mie lacrime.
Mirko mi diede un bacio sulla fronte tenendomi il viso tra le mani; inchiodò i suoi occhi azzurri nei miei castani e mi sorrise. "Prometti che qualunque persona incontrerai, qualunque amore tu troverai non ti dimenticherai mai di me? Come io non potrò mai dimenticare te? Lo prometti? Nonostante ci sia Roberta io non smetterò mai di volerti bene...".
Singhiozzai. Come faccio a dimenticarti? Vorresti farmi capire che devo lasciarti andare? Ma come si fa? Domani ti sposerai e io sarò colei che confermerà davanti al prete il vostro amore. E' una tortura. Io ti amo. Ecco. Ma non posso dirtelo. Non adesso. Dovevo confessartelo quel giorno d'autunno, quando mi dicesti che provavi qualcosa per me ma io non volli crederti.
Forse questa è una nuova opportunità! Forse potrei cambiare tutto!
"Ascolta, io.."
Mi serrò le labbra con l'indice. Scosse la testa. "Ho capito quello che stai per dirmi, tu sei innamorata di me, ma ora è troppo tardi per tornare indietro! Ti ho amata! Ti ho amata tantissimo, credevo d'impazzire… ma poi ho capito che con te poteva esserci solo una splendida amicizia. Ora amo Roberta. E lei ama me. Riuscirai a dimenticarmi come ho fatto io con te…"
Gli rubai un bacio. Non riuscivo a pensare ad altro che alle sue labbra morbide. Lui non fece resistenza, non perché lo volesse, ma perché mi voleva davvero bene. Lo sapevo. Controvoglia mi separai da lui accennando un debole sorriso. "Te lo prometto..".
Mi guardò stupito. Poi sorrise. Era impossibile distogliere gli occhi dai suoi; era come se lui fosse la calamita e io un misero pezzo di ferro ma, almeno, sapevo di essere il suo pezzo preferito.
Donatella Moretti