LA DANZA E IL SUO FLUIRE
21.01.2014 18:55
Il tempo è lo spettatore del cambiamento, dello sviluppo e del regresso, della nascita, della morte e ancora della rinascita. Ogni momento conserva le tracce del passato, e l’arte della danza ne è una chiara dimostrazione.
Espressioni e metodi contemporanei

La tecnica classica rappresenta l’essenza della danza moderna che, come un ventaglio, si offre ampio e colorito. Nonostante i vari tentativi di dissociazione dall’elemento puro in sfumate interpretazioni, è dimostrabile la sua necessaria onnipresenza.
George Balanchine, un coreografo georgiano fra i più grandi del XXI secolo, ha rappresentato il tratto d’unione tra balletto classico e quello moderno, il fondatore della danza neoclassica. La coreografia, secondo il maestro, non parte dal contenuto, bensì dal movimento e dall’analisi della partitura musicale. La sensibilità e il gusto melodico di Balanchine ne fa di lui un poeta della danza, che ha miscelato la tecnica classica con la libertà di movimento della danza contemporanea.
Suo erede è William Forsythe, che ha destrutturato e ricostruito la danza accademica in forme nuove: l’origine del movimento non è più il centro del corpo ma le zone più impensabili, quali un gomito, un tallone, la testa, generando dei curiosi e impegnativi "off balance". Il vero protagonista è la forza del corpo, fuori tutto ciò che è eccessivo: il décor è ridotto ai minimi termini, gli effetti luce sono elementari, la componente visiva è parcellizzata.
Anche Jiri Kylian rifiuta il libretto e la trama dell’opera che andrà in scena , perché crede che il balletto debba raccogliere sentimenti e sensazioni senza narrativa, avere un carattere astratto, vigoroso ed introspettivo. 

È una differenza curiosa quella che contraddistingue due altri esponenti e codificatori della danza moderna, Pina Baush e Merce Cunningam. La prima si avvale di una forte carica interpretativa che ingloba nel mondo danza anche il canto e la recitazione, dal momento che la danza “può essere del tutto diversa e restare lo stesso danza”. Il secondo, a contrasto, codifica un metodo puro fatto di forme plastiche prescindendo da qualsiasi tematica drammatico- espressiva propria della Graham e della Baush.
Lo spazio scenico, oltremodo, durante il Novecento cambia aspetto. Nei grandi balletti di repertorio classico la scena è il co-protagonista dell’atto teatrale, pieno di addobbi, sfondi di preziosa fattura e comparse, con la prospettiva visiva sempre rivolta al pubblico. Negli sviluppi della danza contemporanea la prospettiva è decostruita, lo spazio scenico è omogeneo ed equipartito. Tutto è ridotto all’essenziale e quei pochi elementi scenici sono parte attiva della dimostrazione artistica: ora l’attenzione si focalizza tutta sul movimento e sulla forza del corpo.
In definitiva la piramide del balletto moderno ha come fondamenta il rigore della tecnica accademica, perché quello che esiste oggi non è che una sua successione. Il danzatore delle nuove correnti non può saltare una vigorosa preparazione classica: per trasformare in arte anche il movimento minimo di una mano è necessario il sudore alla sbarra fatto di battement tendu, pliè, port de bras…
Una citazione di grande Merce Cunningam ricollega e sintetizza quanto detto: “la danza è per la maggior parte profondamente collegata ad ogni singolo istante del suo fluire”.
Enza Consoli